
PROVINCIA - I conti sul trasporto pubblico locale non tornano: la reintroduzione di alcune corse ad agosto e settembre e l'addebito dell'Iva
fanno “sballare” di 600 mila euro i costi. E' l'allarme che lancia la Provincia durante l'incontro di ieri con le aziende del trasporto e, subito dopo, con i sindacati.
L'una tantum concesso dalla Regione sul 2013 di 950 mila euro, quindi, non basta a preservare il Tpl dai
tagli che saranno inevitabili, già a partire dal prossimo mese di novembre.
“Dalla proiezione effettuata dalla Provincia di Alessandria rispetto al volume di traffico prospettato a gennaio 2013 di 7.400.000 chilometri ci sarebbe un'incongruenza di circa 200.000 chilometri frutto del reinserimento ordinato dalla Prefettura nell'agosto 2013”, spiega
Giuseppe Santomauro di Filt Cgil.
“Sballano” 150.000 chilometri a cui vanno ad aggiungersi le corse ripristinate nel settembre 2013 su richiesta sindacale. Se il costo di percorrenza a chilometro è di 1,50 euro, in totale si è registrato un
incremento di costi di 300 mila euro “al quale va aggiunto il nuovo scherzetto regionale dell'addebito del 50% dell'Iva che produce un incremento di costi sul trasporto di
circa 600.000 euro”. Lo aveva spiegato il vicepresidente della Provincia e assessore al Bilancio
Gianfranco Comaschi in sede di discussione di bilancio:”tradizionalmente” la Regione si sobbarcava l'onere dell'Iva, da quest'anno la voce viene scorporata e i trasferimenti si intendono comprensivi dell'imposta. Quindi la misura effettiva del trasferimento risulta inferiore.
“La proposta della Filt Cgil per affrontare questa emergenza e quella 2014 – prosegue Santomauro - è quella di proporre
immediatamente l'apertura di un tavolo tra tutti i soggetti con delega trasporti: Provincia e comune di Alessandria, comune Casale Monferrato, comune di Novi e parti sociali, così da poter
ridisegnare completamente il trasporto pubblico locale proponendo economie di scala tra le varie aziende con una perfetta integrazione tra bus e treni ed, all'interno del Consorzio Scat, la condivisione dei costi con l'acquisto comune dei materiali di consumo”.