Pertanto si ritiene che lo stesso, costituendo un luogo di abituale ritrovo ed un punto di riferimento per soggetti pluripregiudicati la cui aggregazione rappresenta fonte di allarme sociale, determini uno stato di profondo disagio per i residenti della zona.
"Il Direttivo del Circolo Ricreativo Ovadese, rammaricato per quanto successo in data odierna, - si legge nella nota ufficiale inviata nel pomeriggio di oggi - ci tiene a specificare la distinzione tra il Circolo e il bar. Il verbale è a carico del gestore del bar e non è previsto nessun tipo di provvedimento nei confronti del Circolo".
“La sospensione riguarda solo il bar da me gestito – chiarisce Annalisa Gori, titolare della ditta individuale che gestisce l’attività - con tanto di partita IVA e senza alcuna agevolazione fiscale. La direzione del circolo non è assolutamente coinvolta in questo provvedimento. La convenzione stipulata tra la sottoscritta e il circolo prevede espressamente che non sia necessaria la tessera per accedere al bar ove è possibile acquistare e consumare cibi e bevande. Tale circostanza ci esime, così come per ogni altro esercizio commerciale, da richiedere ai nostri clienti qualsiasi tipo di documento Ivi compresi quelli di identità e il certificato penale. Mi difenderò come è nel mio diritto proponendo ricorso contro il provvedimento nei termini di legge e presso le competenti sedi. Per quanto il provvedimento non faccia alcun riferimento alla benché minima colpa o responsabilità mia e di chi lavora con me ci tengo a sottolineare la nostra onesta e la serietà con cui svolgiamo il nostro lavoro. Quanto alle frequentazioni del locale ci rimane il dubbio che se un pregiudicato è a piede libero è perché ha già pagato il suo debito con la giustizia. Ma in ogni caso per chi non lo sapesse i pregiudicati non hanno un bollino che, differenziandoli dagli incensurati, ne permette la sollecita individuazione. Fermo restando che anche se i pregiudicati fossero facilmente riconoscibili non potremmo non farli accedere al bar non chiedeteci quindi di sostituirci alle Forze dell'ordine, con le quali abbiamo un noto rapporto di collaborazione, alle quali tocca l'onore e l'onere di difendere la pubblica sicurezza”.
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