
ALESSANDRIA - Con l'arrivo dell'estate, musica e gente nei locali del centro fino a tarda notte si vedono e si sentono. E' il caldo delle serate alessandrine, le scuole chiuse, le famiglie che escono anche solo a bere un caffè e i giovani un drink che fanno rivivere la
“movida” cittadina.
Ed è così che l'amministrazione di palazzo Rosso ha deciso di intervenire con una delibera in materia di
“Disposizioni per il rilascio delle autorizzazioni in deroga ai valori limite per spettacoli e manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico ai sensi della D.G.R. 27 Giugno 2012 n. 24 – 4049”.
Deroghe al rumore insomma, ovvero linee guida per ottenere delle deroghe ai valori limite di rumorosità presso esercizi pubblici o aperti al pubblico ed aree pubbliche di attività temporanee o stagionali. In particolare ad essere disciplinate sono le seguenti attività:
concerti, serate musicali, feste, balli, discoteche estive, cinema e teatri all’aperto; circhi e luna park;
feste popolari; “notti bianche”, fuochi d’artificio. E ancora eventi sportivi, mercati, fiere, piani bar; poli attrattivi di persone, carri allegorici, processioni, bande musicali in marcia, pubblicità sonora su veicoli;
sagre, manifestazioni di partito, sindacali, di beneficenza, attività di intrattenimento e simili.
Ci sono delle linee guida, delle regole e dei diritti.
“Non si possono fare ad esempio più di un certo numero di serate al mese – spiega il sindaco Rita Rossa – E anche le modalità di controllo e di analisi del suono da parte di Arpa funzionerà in modo diverso. L'Arpa infatti ora sarà chiamata a misurare in un contesto dove la musica c'è”. Così anche i rilievi stessi avranno un senso. E il primo cittadino risponde implicitamente a questa delibera con
“tutto dipende da che città vogliamo”. “Una città chiusa e silente? Oppure un centro come punto di aggregazione, che può essere di sostegno anche al commercio se ri-vitalizzato”. La movida e il buon vivere di chi abita il centro possono quindi imparare a convivere, “ovviamente con il
buon senso dei gestori dei locali che devono selezionare 'la maleducazione'”.
Anche perchè limiti e imposizioni troppo severe forse non portano nessun esito positivo: t
ra crisi e divieti o obblighi si rischia di “far morire la città” e anche di “perdere le nostre identità”. E Alessandria se ne sta accorgendo, con nomi storici di bar dove i giovani andavano a fare aperitivo, come
Hemingway Cafè, passato da poco ai cinesi o come lo
Zogra, che si trasformerà anche'esso in un bar ristorante giapponese con buone probabilità. D'altronde sono gli stessi cartelli appesi in alcune zone cittadine a parlare da soli: “Affittasi o vendesi solo a cinesi”. In tempi di crisi avere chi paga “tutto e subito”, fa accadere anche questo.....